La broda

Dietro le quinte del teatrino dell'asilo, in attesa del turno per entrare in scena, la Zaira mi mostrò la broda. Tirò su la cottoletta fin sul ginocchio e poi su ancora e poi, madonna, ancora; e vidi la broda. Era grande come una palanca, e aveva anche il colore ramato delle palanche. In paese si diceva brosa, ma la Zaira era della campagna: mi fece toccare la broda col dito e sentii che era ruvidetta e un po' tiepida. Era una broda interessante, ma mostrata così a tradimento, e così in su, ero troppo turbato per apprezzarla come meritava.

All'asilo ci facevano cantare canzoni piene di sentimento; altre ci arrivavano dal mondo esterno.

    
                   Ramona
                   Co na palanca se va in mona


Mi pareva una bella canzone, un po' triste, con quel richiamo alla rovina economica che càpita fatalmente a chi non possiede altro che dieci centesimi; una cosa ovvia in fondo, ma molto ben detta. Pensavo che sarebbe piaciuta alla mamma, ma invece non le piacque affatto.


Luigi MeneghelloLibera nos a Malo, BUR, 2007, pp. 26-27

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