L'usanza di coprire gli specchi quando muore qualcuno

[...] possiamo ora spiegarci la diffusa usanza di coprire gli specchi o di voltarli contro il muro dopo che sia morto qualcuno in casa. Si teme che l'anima proiettata fuori di una persona sotto forma del suo riflesso nello specchio possa esser portata via dallo spirito del defunto che comunemente si crede rimanga ancora per casa fino al suo funerale. Questa usanza è dunque parallela all'usanza degli Aru di non dormire in una casa dopo che qualcuno sia morto, per timore che l'anima proiettata nel sogno fuori del corpo possa incontrar lo spirito ed esser da esso portata via. La ragione per cui gli ammalati non devono guardarsi allo specchio e per cui nella camera di un malato si coprono gli specchi, diventa ugualmente evidente; in tempo di malattie, quando l'anima può volar via così facilmente, è specialmente pericoloso proiettarla fuori del corpo riflettendola in uno specchio. Questa regola è quindi precisamente parallela alla regola osservata da alcuni popoli di non permettere agli ammalati di dormire, perché nel sonno l'anima è proiettata fuori del corpo e c'è sempre pericolo che non vi possa più ritornare.


James FrazerIl ramo d'oro, Bollati Boringhieri, 2013, p. 234.

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