La malattia creativa
Questa rara condizione inizia dopo un
lungo periodo d'instancabile lavoro e tensione intellettuale. I sintomi
principali sono depressione, spossatezza, irritabilità, insonnia,
emicranie. In breve, presenta il quadro di una nevrosi grave, talvolta
di una psicosi. Possono esservi oscillazioni nell'intensità dei sintomi,
ma il paziente è costantemente ossessionato da un'idea prevalente o
all'inseguimento di qualche difficile scopo. Egli vive in assoluto
isolamento spirituale e prova il sentimento che nessuno possa aiutarlo,
da qui i suoi tentativi di guarirsi da sé. Ma generalmente sentirà che
tali tentativi intensificano le sue sofferenze. La malattia può durare
tre o più anni. La guarigione avviene spontaneamente e rapidamente; è
caratterizzata da sentimenti di euforia ed è seguita da una
trasformazione della personalità. Il soggetto è convinto di aver
ottenuto accesso a un nuovo mondo spirituale oppure di aver raggiunto
una nuova verità spirituale che rivelerà al mondo. Esempi di questa
malattia si possono ritrovare tra gli sciamani della Siberia o
dell'Alaska, tra i mistici di tutte le religioni e tra certi scrittori e
filosofi creativi. Un esempio ben documentato è quello di Fechner, e
sembra probabile che anche Nietzsche abbia concepito le sue idee più
originali nel periodo di estrema sofferenza d'una malattia creativa [24].
L'aspetto clinico di una malattia creativa varia da un individuo
all'altro. Soprattutto si dovrebbe tracciare una linea di demarcazione
tra due categorie: la malattia di coloro che aprono vie nuove e quella
dei seguaci. Il primo sciamano che forse migliaia di anni fa scoprì un
mezzo per autoindursi in trance ed esplorare il mondo degli spiriti, fu
un modello per generazioni di sciamani dopo di lui. Egli fu il primo
esploratore ed essi i seguaci. Molti individui furono afflitti da una
nevrosi creativa che nessuno ripete dopo di loro, perché, come Fechner,
non pensarono mai d'incoraggiare altri a farlo. Tuttavia non è
sufficiente indicare la strada e incoraggiare altri a seguirla. Ad
esempio Rudolf Steiner scrisse una relazione precisa sul suo metodo per
ottenere cognizione di mondi spirituali superiori, ma pare che nessuno
di coloro che lo sperimentarono ebbe mai successo [25]. Per avere dei
seguaci, il pioniere dovrebbe non solo insegnare la teoria ma offrire
una guida pratica perché altri possano seguire tale teoria. Così
l'apprendista sciamano deve far visita a un vecchio sciamano, a periodi
regolari, e mettere in pratica la sua istruzione passo per passo per
tutta la sua malattia d'iniziazione. Considerazioni simili valgono per i
mistici della maggior parte delle religioni. Anche in questo caso si
pone universalmente l'accento sul bisogno di una guida spirituale, e più
ancora: il discepolo deve trovare la guida adeguata. Mistici quali
santa Teresa d'Avila e san Giovanni della Croce insistettero
sull'importanza di trovare il giusto direttore di coscienza al fine di
evitare esperienze dannose.
A riguardo della psichiatria
dinamica, abbiamo supposto che Mesmer abbia sofferto di una nevrosi
creativa dalla quale uscì con la convinzione di aver fatto una scoperta,
quella del magnetismo animale, che avrebbe fatto epoca. Tuttavia, egli
fu solo capace di comunicarla ai suoi allievi in teoria, ma non
d'iniziarli al cammino segreto che egli stesso aveva seguito. E questo,
per contrasto, rivela la piena originalità di Freud e Jung. Entrambi
vissero una malattia creativa in forma originale e spontanea, ed
entrambi ne fecero un modello da seguire per i loro allievi, sotto il
nome di analisi didattica. Jung promosse l'analisi di addestramento, e i
freudiani laccettarono per il suo valore didattico, ma la scuola
junghiana giunse in seguito a considerarla come una specie di malattia
d'iniziazione paragonabile a quella dello sciamano.
Non occorre
ripetere qui la storia della malattia creativa di Freud [26] e di Jung [27]. Fra i
tratti caratteristici della malattia creativa vi è comunque la
convinzione del soggetto, dopo la guarigione, che qualunque cosa abbia
scoperto è una verità universale. È in questo modo che Mesmer finì col
proclamare la verità del magnetismo animale, Fechner il principio di
piacere, Nietzsche l'eterno ritorno, Freud il complesso edipico e la
radice sessuale infantile della nevrosi, Jung l'Anima e il processo
d'individuazione. Coloro che hanno conosciuto Freud raccontano che egli
parlava del complesso edipico e della libido come verità assolute, da
non mettersi in dubbio. Ma anche Jung parlava dell'inconscio collettivo,
di Anima, del Sé con la quieta certezza dell'uomo che sa.
Siamo
così indotti a far distinzione tra due gruppi di sistemi dinamici. Al
primo gruppo appartengono quelli di Janet e di Adler. Anche se Janet
fece uso della propria esperienza della psicoastenia e Adler della
propria esperienza personale dell'inferiorità organica, le loro
principali scoperte furono ottenute per mezzo di una ricerca clinica
obiettiva. Al secondo gruppo appartengono i sistemi di Freud e di Jung.
Nel loro caso i princìpi fondamentali ebbero origine dall'interno, cioè
dall'esperienza d'una malattia creativa.
Tale distinzione fa
sorgere, a sua volta, un difficile quesito: qual è il valore euristico
di una malattia creativa? La certezza di aver scoperto una verità
universale è prova sufficiente della validità di tale scoperta? La
domanda s'inserisce nel più generale problema relativo alla validità
delle esperienze psicologiche dinamiche. Uno dei suoi aspetti è il
carattere specifico della malattia creativa: è un'esperienza
strettamente personale per il pioniere, ma stabilisce un modello per i
seguaci, e tale conformità di modello tenderà a trasmettersi da un
iniziato a un altro all'interno della stessa scuola. L'apprendista
sciamano non arriverà mai all'esperienza del nirvana di un monaco
tibetano, né lo yogin viaggerà nel paese degli spiriti come lo sciamano.
Lo stesso tipo di specificità è stato osservato a riguardo delle varie
scuole di ipnotismo, e vale anche per le nuove scuole di psichiatria
dinamica [28]. Le persone analizzate da uno psicoanalista avranno sogni
"freudiani" e diventeranno coscienti del loro complesso edipico, mentre
quelle analizzate da junghiani avranno sogni archetipici e si troveranno
messe a confronto con la loro Anima. Pur senza volerlo torna alla mente
il detto di Tarde che "il genio è la capacità di generare la propria
progenie" [29].
________________________
________________________
[24] Vedi cap. 4, pp. 253 sg.
[25] Vedi cap. 9, pp. 792-95.
[26] Vedi cap. 7, pp. 715-18.
[27] Vedi cap. 9, pp. 775-78.
[28] Vedi cap. 3, pp. 202 sg.
[29] G. Tarde, La philosophie pénale (Storck, Lione 1890) pp. 165 sg.
Henri F. Ellenberger, La scoperta dell'inconscio, Boringhieri, 1982 (ed. or. 1970), pp. 1034-1036.
Commenti
Posta un commento
Comments are welcome, if they are in topic. For spam problems your comment will not appear immediately, but only after a while: be patient! Thank you!