Il ruolo fondamentale di Paolo di Tarso nell'affermazione del cristianesimo

La tradizione vuole che poco prima di morire, nel 363, l'imperatore Giuliano abbia gridato: «Hai vinto, galileo!». La stessa tradizione gli ha imposto il titolo di «apostata» perché, rinnegando il cristianesimo in cui era nato, aveva tentato di riportare la cultura pagana a un ruolo di primato, in un impero però ormai prevalentemente cristiano, se non altro da un punto di vista formale, da quando Costantino, nel 313, proclamò il cristianesimo religione dello stato.

Il giudizio di Giuliano non era del tutto corretto. L'uomo di Galilea aveva sì vinto, ma doveva la sua vittoria in gran parte ad altri uomini, a Paolo in primo luogo. Senza di lui, probabilmente sarebbe avvenuto del cristianesimo quel che avvenne della setta di Qumran: un gruppo senza storia, sommerso dalla storia, e i suoi scritti rimasti, come quelli di Qumran, nel fondo di una grotta di Palestina.


Ugo Bonanate, Nascita di una religione. Le origini del cristianesimo, Bollati Boringhieri, 1994, p. 204.

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