I due esiti del senso del peccato: protestantesimo e cattolicesimo
L'angosciante senso del peccato, che fu all'origine della svolta luterana, domina l'orizzonte del cristianesimo del Cinquecento: anche in campo cattolico, esperimenti e proposte avanzate su questo terreno mostrano che la tradizione delle grandi fiammate penitenziali collettive era arrivata a un punto di rottura. si trattava di pacificare con Dio non il popolo cristiano ma l'individuo: al posto dei riti collettivi (come i cicli penitenziali della quaresima) si imponevano soluzioni valide sul terreno della coscienza individuale. La proposta luterana della giustificazione per sola fede - anche se fondata sull'antropologia negativa di un rigido agostinismo - ebbe un valore pacificante, di abbandono totale del credente alla fede-fiducia: nel mondo cattolico, la pacificazione fu offerta, ma al prezzo di un abbandono obbediente del «fedele» all'autorità di chi poteva cancellare le sue colpe - il confessore, appunto. «Ogni speranza consiste nella confessione: la confessione giustifica l'huomo, et dona la remissione»: così poteva essere formulata l'offerta cattolica, al di là delle distinzioni e dei dibattiti teologici del Concilio di Trento.
Adriano Prosperi, Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Einaudi, 2009, pp. 487-488.
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