La non compatibilità di determinismo e libertà: il "Consequence Argument"

È il 49 a.C.: dopo aver tratto il dado, Cesare ha varcato il Rubicone con le truppe in armi, dando inizio alla guerra civile. Questa azione è stata compiuta dopo una tormentata riflessione, in cui Cesare ha attentamente ponderato benefici e svantaggi dei diversi corsi d'azione che gli si prospettavano. Nulla o nessuno lo ha costretto ad agire in questo modo: egli, insomma, ha compiuto l'azione in piena libertà. O almeno così sembra. Dal punto di vista metafisico, infatti, i dubbi in proposito sono leciti.

[...] la domanda da porci è: ammettendo che il mondo sia deterministico, possiamo veramente affermare che, passando il Rubicone, Cesare agì liberamente? Secondo il Consequence Argument se è vero il determinismo, in realtà Cesare non agì liberamente (nè avrebbe potuto farlo), perché non esistono, non sono mai esistite né mai esisteranno azioni libere. Secondo questo argomento, cioè, libertà e determinismo sono assolutamente incompatibili.

Il Consequence Argument ha forma condizionale: esso assume la verità del determinismo e da ciò inferisce l'inevitabilità di tutte le azioni (ovvero l'impossibilità di fare altrimenti da parte degli agenti) e dunque l'impossibilità della libertà. Il nucleo della dimostrazione consiste nell'idea che, per agire liberamente, dobbiamo poter controllare i fattori che, eventualmente, rendono le nostre azioni inevitabili. Ma se è vero il determinismo, tali fattori includono l'insieme delle leggi di natura e gli stati passati dell'universo: e questi sono due fattori che nessun agente può controllare. Dunque, se è vero il determinismo, nessun agente agisce mai liberamente. Con le parole del più autorevole presentatore di questo argomento:

Se il determinismo è vero, allora le nostre azioni sono le conseguenze delle leggi di natura e di eventi del passato remoto. Ma ciò che accadde prima della nostra nascita non dipende da noi né dipende da noi quali siano le leggi di natura. In tal modo, le conseguenze di queste cose (incluse le azioni che compiamo ora) non dipendono da noi⁴⁷.

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⁴⁷ P. Van Inwagen, An Essay on Free Will, Oxford University Press, 1983, p. 16.


Mario De Caro, Il libero arbitrio. Una introduzione, Laterza, 2004, pp. 75-76.

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