Il cristianesimo tra mito e storia

Proclamando l'Incarnazione, la Risurrezione e l'Ascensione del Verbo, i cristiani erano convinti di non presentare un nuovo mito. In realtà, utilizzavano le categorie del pensiero mitico. Senza dubbio non potevano riconoscere questo pensiero mitico nelle mitologie desacralizzate dei letterati pagani loro contemporanei. Ma è evidente che, per i cristiani di tutte le confessioni, il centro della vita religiosa è costituito dal dramma di Gesù Cristo. Sebbene compiuto nella Storia, questo dramma ha reso possibile la salvezza; di conseguenza, esiste un unico mezzo per ottenere la salvezza: ripetere ritualmente questo dramma esemplare e imitare il modello supremo, rivelato dalla vita e dall'insegnamento di Gesù. Ora, questo comportamento religioso è legato all'autentico pensiero mitico.

Bisogna aggiungere anche che, per il fatto stesso che è una religione, il Cristianesimo ha dovuto conservare almeno un comportamento mitico: il Tempo liturgico, cioè la ripetizione periodica dell'illud tempus degli « inizi ». « L'esperienza religiosa del cristiano si fonda sull'imitazione di Cristo come modello esemplare, sulla ripetizione liturgica della vita, della morte e della risurrezione del Signore, e sulla contemporaneità del cristiano con l'illud tempus che si apre alla Natività di Betlemme e si chiude, provvisoriamente, con l'Ascensione ». Ma, l'abbiamo visto, « l'imitazione di un modello sovrumano, la ripetizione di uno scenario esemplare e la rottura del tempo profano con un'apertura che sfocia sul Grande Tempo, costituiscono le note essenziali del " comportamento mitico ", cioè del comportamento dell'uomo delle società arcaiche, che trova nel mito la fonte stessa della sua esistenza ».

Sebbene il Tempo liturgico sia un Tempo circolare, il Cristianesimo, erede fedele dell'Ebraismo, accetta però il Tempo lineare della Storia: il Mondo è stato creato una sola volta e avrà una sola fine; l'Incarnazione è avvenuta una sola volta, nel Tempo storico, e vi sarà un solo Giudizio. Fin dall'inizio il Cristianesimo ha subito influenze molteplici e contrastanti, soprattutto quelle dello Gnosticismo, dell'Ebraismo e del « Paganesimo ». La reazione della Chiesa non è stata uniforme. I Padri hanno sostenuto una lotta senza respiro contro l'acosmismo e l'esoterismo della Gnosi; ma hanno però conservato gli elementi gnostici presenti nel Vangelo di Giovanni, nelle Epistole di Paolo e in certi scritti primitivi. Ma, a dispetto delle persecuzioni, lo Gnosticismo non è mai stato radicalmente estirpato e certi miti gnostici, più o meno travestiti, sono risorti nelle letterature orali e scritte del Medioevo.


Mircea Eliade, Mito e realtà, Borla, 2007 (ed. or. 1963), pp. 203-204 [sottolineature mie]

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