Psicogenesi della "femme savante"

Il complesso di virilità ha un aspetto più complicato e più tortuoso in quelle donne che sono riuscite brillantemente a sublimare la loro attività mascolina ma non si rendono conto di aver raggiunto ciò a scapito delle loro qualità femminili. L'intellettualità della donna è in gran parte pagata con la perdita d'importanti doti femminili: essa assorbe la linfa della vita affettiva e determina un impoverimento di questa vita stessa o nel suo insieme o in alcuni suoi aspetti. La donna intellettuale non è Autònoe, la saggia, che attinge la sua saggezza alle fonti profonde dell'intuizione, quell'intuizione di cui Dio ha dotato la donna femminile. Tutto ciò che ha rapporto con l'indagine e la conoscenza, tutte le forme e i tipi di ricerca culturale umana che richiedono un'osservazione strettamente obiettiva sono, salvo rare eccezioni, dominio dell'intelletto maschile, del potere spirituale dell'uomo, col quale la donna può di rado competere. Tutte le osservazioni confermano il fatto che la donna intellettuale è mascolinizzata; in lei a una conoscenza fatta di vivace intuizione, si è sostituita una speculazione fredda e sterile. Si applicano a lei particolarmente le parole di Goethe:

« Credimi, colui che s'abbandona alla speculazione è come un animale che, guidato da uno spirito maligno, s'aggira su un'arida landa, mentre lì accanto si stende un verde prato. »

Il « verde prato » qui rappresenta l'affettività femminile, e la  « landa arida » l'intellettualità ragionatrice, verso la quale la donna è spinta dal suo complesso di virilità.

[...]

Il complesso di virilità di questo tipo intellettuale ha di solito un'origine ben definita: proviene indirettamente da una femminilità atrofizzata. Un paragone con la donna attiva materna chiarirà meglio il nostro punto di vista: quest'ultima è il tipo di donna « Demetra » e tutta la sua personalità ha ricevuto i suoi particolari caratteri dalla forte relazione madre-figlia e dall'identificazione con la madre attiva; al contrario, la donna intellettuale del tipo non femminile che abbiamo esaminata non ha madre nel senso psicologico del termine, essa - per continuare il nostro parallelismo mitologico - come Pallade Atena, è uscita dalla testa del padre; si differenzia anche dalla donna attiva ricordata nelle pagine precedenti, in cui l'identificazione col padre ha una parte importante, per il fatto che il suo io è stato gravemente impoverito dall'eliminazione della madre. È interessante il fatto che la storia infantile di questa donna non rivela come ci si potrebbe aspettare alcuna rivalità o gelosia verso i fratelli; al contrario, essa si allea, come Pallade Atena, coi suoi fratelli; e di solito questa alleanza è provocata dalla gelosia  per una sorella minore o maggiore, più graziosa o più amata. Unendosi ai fratelli, questo tipo di donna conquista una superiorità sulla sorella ed esclude dalla sua vita affettiva la madre, le sorelle e la propria femminilità.


Helene Deutsch, Psicologia della donna nell'adolescenza, Edizioni Scientifiche Einaudi, 1957 (ed. or. 1945), pp. 275-277. 

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