La precarietà della coscienza del primitivo

[Passo da ricollegare alle analoghe considerazioni di De Martino sulla "crisi della presenza"]

Ai suoi albori, la coscienza dev'essere stata cosa ben precaria. In società relativamente primitive, ancora oggi si può osservare con quanta facilità la coscienza sia soggetta a oscurarsi. Uno dei "perils of the soul" è, ad esempio, la perdita di un'anima. Ciò avviene quando parte dell'anima ridiventa inconscia. Un altro esempio è lo stato d'animo amok, l'equivalente dello stato d'animo bersek nella saga germanica. Questi sono stati di trance più o meno completa, spesso accompagnata da effetti sociali disastrosi. Anche un'emozione delle più comuni può causare un notevole oscurarsi della coscienza. Perciò alcuni primitivi usano forme ricercate di cortesia, parlano con voce sommessa, depongono le armi, si accovacciano, chinano il capo, mostrano i palmi delle mani ecc. Perfino le nostre forme di cortesia rivelano come noi prendiamo ancora in considerazione "religiosa" eventuali pericoli psichici. Noi ci propiziamo il fato augurando magicamente "buongiorno". Non è educato tenere la mano sinistra in tasca o dietro la schiena quando si stringe la mano a qualcuno. Quando vogliamo essere particolarmente gentili, usiamo ambedue le mani. In presenza di personaggi di grande autorità c'inchiniamo a capo scoperto, cioè offriamo il capo indifeso per propiziarci il potente che ben facilmente potrebbe cadere in preda a un accesso improvviso, incontrollabile, di violenza. Nelle loro danze guerresche, alcuni primitivi possono eccitarsi al punto di spargere sangue.

La vita del primitivo è piena di continue preoccupazioni per la possibilità di pericoli psichici sempre in agguato; innumerevoli sono i mezzi con cui egli tenta di diminuire i rischi; una manifestazione esteriore di tale preoccupazione sono i recinti tabù. Gli innumerevoli tabù sono zone psichiche delimitate e scrupolosamente rispettate.


Carl Gustav Jung, Opere. 11. Psicologia e religione, Boringhieri, 1979, pp. 26-27. [ho omesso le note].

Commenti