L'uomo nella massa libera i suoi demoni

Non siamo mai sicuri che una nuova idea non possa impadronirsi di noi o del nostro vicino. La storia moderna, come l'antica, c'insegna che tali idee sono sovente così singolari, anzi così strane, che male si accordano con la ragione. Il fascino che a tali idee quasi sempre si accompagna genera uno stato di ossessione fanatica, che è a sua volta la causa per cui tutti i dissidenti, siano pure bene intenzionati o ragionevoli, finiscono bruciati vivi o decapitati o eliminati in massa con la più moderna arma automatica. Neanche il pensiero che tali cose appartengono a un passato remoto può renderci tranquilli. Disgraziatamente non solo esse appartengono al presente, ma dobbiamo aspettarcene anzi, in modo particolare, dal futuro. "Homo homini lupus" è una sentenza triste ma purtroppo eternamente vera. In realtà l'uomo ha ragione di temere queste forze estranee alla sua personalità, che hanno sede nell'inconscio. Noi siamo, nei riguardi di queste forze, in uno stato di beata incoscienza, perché nei nostri affari personali e in circostanze ordinarie esse non appaiono mai. Ma quando molti uomini si raccolgono assieme e formano folla, allora si scatena libero il dinamismo dell'uomo collettivo, si scatenano le bestie e i demoni, che dormono in ogni essere umano finché questi non si trova ad essere una particella della massa. L'uomo nella massa scende, inconsciamente, a quel livello morale e intellettuale inferiore, che sempre l'attende sotto i limiti della coscienza, ove forze oscure sono pronte a scatenarsi, non appena siano incoraggiate e stimolate dal costituirsi d'una massa.

Mi pare un malinteso che può avere conseguenze funeste quello di considerare la psiche umana una questione puramente personale e di spiegarne le motivazioni da un punto di vista esclusivamente personale. Tale spiegazione si può riferire soltanto all'individuo nelle sue occupazioni e nelle sue relazioni abituali e quotidiane. Quando invece si verifica qualche leggero disturbo, forse sotto forma di un incidente imprevisto e in qualche modo fuori dell'ordinario, immediatamente entrano in gioco forze istintive, che appaiono del tutto inaspettate, nuove, e addirittura strane. Esse non possono più venire spiegate con motivi personali, ma si possono piuttosto paragonare a certe reazioni primitive come il timor panico durante un'eclissi solare, e simili. [...]

È incredibile il cambiamento di carattere che si verifica nel momento in cui intervengono forze collettive. Un essere gentile e ragionevole può trasformarsi in un pazzo furioso o in una bestia feroce. Siamo sempre tentati di attribuire la responsabilità a circostanze esterne, ma nulla potrebbe esplodere in noi, se non vi esistesse di già. In realtà noi viviamo in continuazione sopra un vulcano e a quel che sappiamo non è umanamente possibile difendersi contro un'eventuale eruzione che distruggerà chiunque si trovi entro il suo raggio d'azione. Predicare ragionevolezza e buon senso è certo una buona cosa, ma se il vostro uditorio è composto di pazzi, oppure è una folla in preda a un accesso collettivo, che cosa potrete fare? Non c'è molta differenza fra i due casi, perché tanto il pazzo quanto la folla sono mossi da forze impersonali più forti di loro


Carl Gustav Jung, Opere. 11. Psicologia e religione, Boringhieri, 1979, pp. 24-25.

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