L'anima per i Greci

[Due parole su questo lavoro di Pettazzoni. La tesi portante è la diversa derivazione geo-sociale delle figure divine che sono entrate a far parte della vita religiosa nella Grecia antica: aristocratico-urbana, quella degli dei olimpici, divinità della religione di stato; plebeo/barbarico-rurale quella delle divinità delle religioni misteriche e orgiastiche: Dioniso, Demetra, Attis, Orfeo, ecc. Le divinità di questo secondo gruppo vengono a poco a poco integrate nel pantheon olimpico, anche se non tutte nella stessa misura (e qualcuna ne rimarrà fuori). La prosa con cui Pettazzoni svolge il suo racconto è antiquata e pedantesca, con periodi eccessivamente lunghi che rendono la pagina piatta e noiosa alla lettura. Il brano che riporto si salva almeno in parte da questo difetto]

Pei Greci l'anima (psyché) è soffio, alito (ánemos-animus), respiro. E nel respiro è la vita. L'anima può uscir fuori dal corpo; e il suo « star fuori » è l'estasi (ékstasis). Allora l'uomo cade tramortito, come Sarpedone quando « l'anima lo abbandona » sotto la violenza del corpo avversario; o come Andromaca quando sviene, ossia « esala l'anima », alla vista del cadavere di Ettore. Ma poi rinvengono, Sarpedone e Andromaca, quando l'anima rientra in loro per le vie del respiro. Anche nel sogno l'anima sta fuori del corpo e va errabonda per luoghi strani e s'imbatte in strane avventure; e poi, tornando nel corpo, se ne ricorda. Ma una volta avviene che l'anima esce dal corpo per non tornarvi mai più. Allora è la morte. Il corpo perisce. Ma l'anima continua a vivere, ed è onorata dai superstiti. È una forma eterea, somigliante al corpo con cui già fu unita, ma più piccola, di solito, - un éidōlon, una figurina -, e leggera: così leggera che può volitare qua e là; e per questo è alata, e con le ali è generalmente rappresentata nelle figurazioni dei vasi ceramici (lēkythoi), quando non è addirittura concepita in forma di uccello, oppure di farfalla1.

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1. O di mosca od ape o falena [...]


Raffaele Pettazzoni, La religione nella Grecia antica fino ad Alessandro, Einaudi, 1953, pp. 32-33 [ho omesso tutte le note contenenti solo rimandi bibliografici]

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