La terapia psichica della possessione controllata (e suoi antecedenti nei baccanali)

[Tullio-Altan cita qui un documentario, Les Maîtres fous, di J. Rouch, che fortunatamente è visionabile su YouTube: ne riporto il link. Data la crudezza di certe scene, la visione è sconsigliata ad un pubblico impressionabile]




Un caso molto interessante di terapia psichica è quello riferito da Rouch alla Société des Africanistes, presso il Musée de l'Homme a Parigi, nel maggio del 1955, con l'accompagnamento di un impressionante documentario cinematografico relativo ai fatti riferiti. Questi fatti si son verificati nel Ghana, nella zona di Accra, e riguardano gruppi di Bambara, originari dell'alto e medio Niger, trasferitisi sulla costa in cerca di lavoro. Tra queste comunità, alcune decine di anni fa, si manifestarono con impressionante frequenza delle forme di alterazione mentale, del tipo latah, per le quali membri del gruppo sparivano nella giungla, senza più fare ritorno, restando facile preda delle belve e delle tribù praticanti sacrifici umani.

L'origine di queste alterazioni mentali era da ricercare nel fatto che i Bambara si erano spostati dal loro ambiente originario, per viver nel quale essi erano psichicamente preparati e possedevano una organizzazione magica e religiosa ad hoc, verso un ambiente totalmente diverso e per il quale non avevano difesa alcuna. La vita civilizzata della costa li obbligava a sopportare degli shock emotivi per cui non erano preparati.

Un membro del gruppo dei Bambara, di nome Hussein Fadé, ex sottufficiale dell'esercito inglese nel Sudan, decise di cercare un rimedio a questa situazione, di fronte alla quale i sanitari inglesi si dichiaravano impotenti. Nel 1927 egli fondò una nuova « religione », con relativo rituale, a questo scopo.

L'aspetto mitico di questa nuova religione ci interesserà a suo luogo. Per quanto riguarda invece il suo aspetto più propriamente magico, osserviamo che il cerimoniale organizzato da Hussein Fadé si imposta sopra un processo di spersonalizzazione dei partecipanti al rito, mediante danze e canti, prolungati fino al punto in cui questi cadono in preda a manifestazioni epilettoidi. Raggiunta questa condizione, sotto il vigile controllo dello stregone, viene praticato un rito di comunione magica, sacrificando un cane il cui sangue viene bevuto dai presenti ed è inteso trasmetter loro una forte carica di mana. In realtà in quell'istante lo stregone, dotato di una grande forza psichica, esercita una potente azione di suggestione sui celebranti, le cui soglie mentali sono completamente abbassate, collo scopo di rinvigorirli e rafforzarli psichicamente. Dopo la comunione i canti continuano fino a che i celebranti cadono a terra sfiniti. Il giorno appresso essi si ripresentano al lavoro con i nervi distesi e completamente riequilibrati. Questo rito deve venire costantemente ripetuto ogni settimana. La conseguenza ne fu che i casi di latah scomparvero del tutto e sono attualmente assenti presso quei Bambara che partecipano ai riti, la cui continuazione è assicurata dal successore di Hussein Fadé, di nome Muntjibà.

Ma il fatto più impressionante della relazione fu quanto accadde all'assistente di Rouch, un negro che mai prima aveva partecipato ai riti in questione. Questi ne rimase così scosso, che il giorno appresso cominciò a dar segni di pazzia. Portato il malato all'Ospedale psichiatrico di Accra, il medico europeo dopo un esame durato diversi giorni, diagnosticò un'inguaribile forma di psicosi, ma profondo conoscitore egli stesso della situazione locale, suggerì a Rouch di affidare il suo assistente alle cure degli adepti di Muntjiebà. Così fece Rouch e il suo assistente tornò, dopo una settimana di cure, perfettamente guarito.

Il procedimento magico descritto segue le norme generali della prassi magica di questo tipo. Lo stregone, sempre perfettamente cosciente e controllato, sottopone il gruppo ad un'azione di spersonalizzazione. Egli in quell'istante si assume il carico e la pesantissima responsabilità di tutti i presenti, e la sua sola coscienza funziona per tutto il gruppo. Attraverso la spersonalizzazione, tutte le forze emotive ammassate, pent up, nella psiche dei primitivi, vengono scaricate, i singoli se ne liberano completamente, a costo di rinunciare temporaneamente alla loro condizione di uomini. Per un certo periodo sono dei pazzi, spiritualmente dei non-enti. Lo stregone poi provvede a riportarli gradualmente alla coscienza, a ridare loro il controllo razionale di se medesimi, controllo che era completamente venuto meno. E la coscienza si ricostituisce così sulla base vitale di una emotività ormai dominata e ricondotta nei suoi confini normali.

Nella relazione Rouch la prassi magica di terapia psichica è delineata molto esattamente, in tutti i suoi principali elementi: la spersonalizzazione controllata, l'azione suggestiva dello stregone mediante il veicolo della comunione magica, e la successiva ricostituzione delle individualità psichiche, riequilibrate. Il punto culminante è quello della comunione, che è il momento nel quale l'influsso psichico passa dal terapeuta magico ai suoi assistiti.

[...]

La spersonalizzazione dei celebranti, le danze che la provocano e la comunione magica colla carne ed il sangue del cane vivo di cui riferisce Rouch, non possono non richiamare alla mente le pratiche orgiastiche del culto dionisiaco, nel quale la spersonalizzazione era ottenuta pure con canti, col vino, e culminava nella comunione magica, col cibarsi di carne ancor viva (omofagia) di animali sbranati sul posto; da cui il mito di Dioniso Zagreo.


Carlo Tullio-Altan, Lo spirito religioso del mondo primitivo, Il Saggiatore, 1960, pp. 109-111 e 274 [note omesse].

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