La necessità psicologica di conformarsi all'opinione del gruppo

Il punto fondamentale per capire gli effetti del gregge sui comportamenti economici sta nel partire da un'altra semplice verità: l'uomo è un animale sociale. Gran parte dell'economia assume che l'uomo è un "animale individuale", che i comportamenti umani in campo economico siano quelli di un pensoso individuo che, nella solitudine dell'essere, cerca di massimizzare l'utilità o di minimizzare gli sforzi.

La psicologia - ma per la verità bastava il buon senso - ha da tempo negato questo assunto. Se ci viene mostrato un pezzo di carta con due linee, una delle quali è lunga il doppio dell'altra, e poi ci viene chiesto di scegliere la risposta esatta fra varie possibilità (le due linee sono eguali, la linea B è di poco più lunga, la linea B è lunga il doppio, la linea B è lunga quattro volte l'altra...), non vi è dubbio che quasi tutti daremmo la risposta esatta. Ma in un famoso esperimento collettivo degli anni Cinquanta, effettuato dallo psicologo Salomon Asch, a un gruppo di persone furono poste una serie di domande con risposte facili e ovvie. Ma tutti i membri meno uno erano stati istruiti da Asch a dare risposte sbagliate a buona parte di quelle domande. E questo fatto spinse spesso l'"uno", il soggetto ignaro di essere una cavia, a dare anch'egli risposte sbagliate. Aveva paura, insomma, a non conformarsi, anche se sapeva che la risposta non poteva essere esatta.

È da notare che questa "paura a non conformarsi" non è tanto una paura fisica (l'essere diversi può essere punito) e neanche è un bisogno affettivo (nel gruppo ci si sente bene, protetti, amati...); è piuttosto, come esperimenti successivi a quello di Asch hanno provato, una convinzione che, se molti pensano in una certa maniera, quei molti devono aver ragione, per la pura forza dei numeri.


Fabrizio Galimberti, Economia e pazzia. Crisi finanziarie di ieri e di oggi, Laterza, 2003, p. 21.

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