La simbologia delle sculture romaniche

La scultura diviene [...] parte integrante della struttura, di cui, con la sua rilevanza plastica, contribuisce ad evidenziare la conformazione, accentuandone allo stesso tempo i significati simbolici, resi espliciti dalla ricca gamma dei soggetti e dei temi raffigurati, distribuiti in sequenze e programmi organizzati sulla base di due diversi metodi elaborati dai teologi del tempo. Le immagini non andavano infatti interpretate solo come illustrazioni: il primo metodo, di tipo allegorico-tipologico, era caratterizzato dall'utilizzo di episodi e personaggi dell'Antico Testamento, come prefigurazione profetica di quelli del Nuovo Testamento, ai quali erano accostati; il secondo, detto invece tropologico, dal termine tropologia che significa "discorso allegorico con significato morale", assegnava a ogni rappresentazione una spiegazione "moralizzata".

Il capitello dell'abbazia di Vézelay, in Borgogna, che riproduce il Mulino mistico (1120-40 ca) illustra in modo esemplare questi due metodi. Mosè, sulla sinistra, figura dell'Antico Testamento, versa in una tramoggia il grano da un sacco che porta sulle spalle.
San Paolo, più in basso sulla destra, simbolo del Nuovo Testamento, raccoglie in un altro sacco la farina macinata. Si noti che i raggi della ruota formano una croce. Il soggetto rappresentato è un'allegoria della Passione di Cristo, poiché il grano dell'Antico Testamento si trasforma nella farina per il pane eucaristico. L'immagine contiene però anche un messaggio tropologico, poiché ha una morale da trasmettere: dal momento che il grano è schiacciato e frantumato dalla macina, l'immagine allude non solo alla Passione di Cristo, ma anche al dolore patito da ogni cristiano nella sua vita terrena e all'affinamento della sua vita interiore.

La complessità di un messaggio come questo era evidentemente indirizzata a un pubblico acculturato, ma altre immagini erano destinate a scuotere gli animi della gente più semplice, come nel caso dei tormenti infernali minutamente descritti nei Giudizi universali.


G. Bora - G. Fiaccadori - A. Negri - A. Nova, I luoghi dell'arte. Storia e percorsi. 2. Dall'età longobarda al Gotico, Electa - B. Mondadori, 2002, p. 53.

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