Bibbia e Corano. I testi sacri a confronto

[Qualche citazione dal libro di U. Bonanate, Bibbia e Corano. I testi sacri confrontati, Bollati Boringhieri, 1995, titoli miei]

 

L'importanza della figura di Ismaele nell'Islam

 

Accanto ad Abramo, l'altra figura biblica alla quale l'islam si richiamava era Ismaele, il figlio di Abramo e di Agar, cioè della schiava egiziana, un patriarca anch'egli, ma non paragonabile, per rilievo e importanza, ad Abramo. Era circonciso, e sul suo modello lo saranno pure i musulmani. Ma Ismaele, nonostante fosse il figlio maggiore di Abramo, appare nella Bibbia come un nomade del deserto, disposto anche alla violenza pur di veder riconosciuti i propri diritti [p. 39]

Sulla base di una tradizione antica (testimoniata ad esempio dallo storico ebreo Giuseppe Flavio nel I secolo d. C.), l'origine del popolo arabo veniva fatta risalire a Ismaele: tale tradizione fu ripresa in parte dal Corano, ma soprattutto in seguito. La circoncisione di Ismaele (Genesi 17, 25) spiega la diffusione di questa pratica nell'islam, il cui obbligo tuttavia non compare nel Corano, ma solo nella codificazione successiva. [pp. 106-07]


La violenza spietata predicata dalla Bibbia

 

«Se ti avvicinerai ad una città per combattere contro di essa, la inviterai alla pace. Se ti risponderà pace e ti aprirà, allora tutto il popolo che sarà in essa sia tuo tributario e ti serva, ma se non farà pace con te e ti farà guerra, cingila d'assedio. Il Signore, tuo Dio, te la darà in mano; allora passa ogni suo maschio a fil di spada, ma le donne, i bambini, le bestie e tutto ciò che sarà nella città, tutto il suo bottino, prendilo per te e mangia la preda dei tuoi nemici che il Signore, tuo Dio, ti avrà dato» (Deuteronomio 20, 10-14);

«Va' dunque ora, batti Amalec [feroce avversario di Israele: cfr. Esodo 17, 8-16] e stermina quanto egli possiede. Non risparmiarlo, uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini» (I Samuele 15,3) [p. 126]

 

L'harem di Maometto e le licenze a lui concesse dal Corano

 

Il limite nel numero delle mogli possibili non valeva nel caso di Maometto, al quale era anche concesso il diritto - entro certi limiti - di regolare i rapporti con esse come riteneva più saggio:

 

«O Profeta! Noi ti dichiariam lecite le tue spose, cui hai pagato la dote dovuta, e le schiave che possiedi concesse a te da Dio come preda di guerra, e le figlie di tuo zio paterno e le figlie delle tue zie paterne e figlie di tuo zio materno e le figlie delle tue zie materne che emigrarono con te, ed ogni donna credente che si conceda al profeta, se il Profeta voglia sposarla, privilegio questo a te concesso ad esclusione degli altri credenti (ai quali ben sappiamo quel che abbiamo già ordinato a proposito delle loro spose e delle loro schiave) affinché non gravi su di te alcun peccato; ché Dio è indulgente clemente! Tu puoi rimandare il loro turno come vuoi, e puoi prendere nel tuo talamo chi vuoi, anche quelle, rimandate ad altro turno, che tu desiderassi, né in questo farai peccato: in tal modo più facilmente potrai rinfrescar gli occhi loro e non si rattristeranno e saran soddisfatte di quanto tu concedi ad ognuna; e Dio conosce quel che avete in cuore, perché Dio è mite sapiente. Non t'è lecito ora prendere ancora altre spose, né di cambiare quelle che hai con altre, anche se ti piacesse la loro bellezza, eccettuate le schiave; e Dio osserva attento ogni cosa!» (Corano 33, 50-52). [pp. 192-93]

Commenti