Il dissolvimento del principium individuationis negli stati pre-morte e ipnotici

[Questi fenomeni sono tipici anche degli stati di trance medianica]
 
La dottrina della metempsicosi alla quale ho accennato sopra si allontana perciò dalla verità solo in quanto trasferisce nel futuro ciò che è già adesso. Essa cioè fa sì che la mia essenza profonda in se stessa esista negli altri solo dopo la mia morte, laddove, in verità, essa vive in loro già adesso, e la morte non fa altro che togliere di mezzo l’illusione che fa sì che io me ne renda conto, allo stesso modo in cui l’esercito innumerevole delle stelle risplende sempre sopra il nostro capo, ma ci si rende visibile solo una volta che l’ u n i c a stella vicina, il sole, è tramontata. Da questo punto di vista la mia esistenza individuale, sebbene, simile in questo al nostro sole, eclissi ai miei occhi tutto quanto, appare in fondo solo come un ostacolo che si frappone tra me e la conoscenza della vera estensione del mio essere. E poiché ogni individuo, nella sua conoscenza, è sottoposto a questo ostacolo, ne segue che è proprio l’individuazione ciò che mantiene nell’errore la volontà di vivere a proposito del suo proprio essere: essa è la M a y a del brahmanesimo. La morte è una confutazione di questo errore e lo toglie di mezzo. Credo che al momento di morire ci renderemo conto del fatto che era una mera illusione quella che limitava la nostra esistenza alla nostra persona. Di questa circostanza si possono persino mostrare delle tracce empiriche in molti stati affini alla morte, in ragione della soppressione della concentrazione della coscienza nel cervello; il più considerevole di tali stati è costituito dal sonno magnetico, nel quale, quando si raggiungono i gradi più elevati, la nostra esistenza si rende nota al di là della nostra persona e in altri esseri attraverso diversi sintomi, il più appariscente dei quali è la partecipazione immediata ai pensieri di un altro individuo, e infine anche attraverso la capacità di riconoscere ciò che è assente, lontano e persino futuro, ossia attraverso una sorta di onnipresenza.
 
 
Arthur Schopenhauer, Supplementi a «Il mondo come volontà e rappresentazione», Einaudi, 2013, pp. 767-768

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