Le funzioni psicologiche della fiaba

[Alcuni estratti dal bel saggio di B. Bettelheim "Il mondo incantato" sui significati psicoanalitici delle fiabe. I titoli degli estratti sono miei, come pure le sottolineature e i commenti tra parentesi quadre in blu]

 

Il Barbablù di Perrault illustrato da G. Doré

Il compito delle fiabe: perché bisogna raccontare ai bambini le fiabe tradizionali

Dickens comprese che la ricchezza d'immagini delle fiabe aiuta i bambini meglio di qualunque altra cosa nel loro più difficile eppure più  importante e soddisfacente compito: quello di raggiungere una coscienza più matura per civilizzare le pressioni caotiche del loro inconscio [Concezione simile aveva Jung nei riguardi del ruolo della religione] [...]

La fiaba è terapeutica perché il paziente trova le sue proprie soluzioni, meditando su quanto la storia sembra implicare nei suoi riguardi e circa i suoi conflitti interiori in quel momento della sua vita [...] La natura non realistica di queste fiabe [B. intende le fiabe della tradizione, non quelle contemporanee, "politicamente corrette" diremmo oggi, che a suo dire risultano poco efficaci nelle loro funzioni terapeutiche] (oggetto delle obiezioni di razionalisti dalle anguste vedute) è un importante espediente, perché evidenzia che il proposito della fiaba non è quello di comunicare utili informazioni circa il mondo esterno, ma di chiarire i processi interiori che hanno luogo in un individuo [...]

I personaggi e gli eventi delle fiabe personificano e illustrano anche conflitti interiori, ma suggeriscono in modo estremamente sottile come questi conflitti possono essere risolti, e quali potrebbero essere i passi successivi nello sviluppo verso una superiore umanità. La fiaba è presentata in modo semplice, familiare; nessuna richiesta viene posta all'ascoltatore. Ciò fa sì che anche il bambino più piccolo non si senta costretto ad agire in modi particolari e non sia mai indotto a sentirsi inferiore. Lungi dal porre richieste, la fiaba rassicura, infonde speranza nel futuro e offre la promessa di un lieto fine. [passim pp. 27-31]

Quando tutto il fantasticare di desideri miracolosamente realizzati del bambino s'incarna in una fata buona, quando tutti i suoi desideri distruttivi s'incarnano in una strega cattiva, tutte le sue paure in un lupo vorace, tutte le richieste della sua coscienza in uno stregone incontrato durante un'avventura, tutta la sua collera gelosa in un animale che strappa via col becco gli occhi dei suoi arcirivali, allora il bambino può finalmente cominciare a operare una cernita fra le sue contraddittorie tendenze. Iniziato questo processo, il bambino viene a trovarsi sempre meno inghiottito in un incontrollabile caos. [p. 67]

Il bambino comprende a livello intuitivo che queste storie, benché irreali, non sono false, che, benché quanto vi è narrato non avvenga nella realtà, deve avvenire come esperienza interiore e sviluppo personale; la fiaba descrive in forma immaginaria e simbolica le tappe fondamentali del processo di sviluppo, teso all'acquisizione di un'esistenza indipendente. [p. 74]

Ascoltare una fiaba e recepire le immagini che essa presenta può essere paragonato a uno spargimento di semi, che solo in parte germogliano nella mente di un bambino. Alcuni di essi hanno immediatamente effetto nella sua mente; altri stimolano processi nel suo inconscio. Altri ancora hanno bisogno di riposare a lungo fino a che la mente del bambino abbia raggiunto uno stadio idoneo alla loro germinazione, e molti non metteranno mai radici. Ma quei semi che sono caduti sul terreno adatto produrranno fiori meravigliosi e alberi gagliardi - cioè daranno validità a importanti sentimenti, incoraggeranno intuizioni, nutriranno speranze, ridurranno ansie - e così facendo arricchiranno la vita del bambino nel presente e per il resto della sua vita. Raccontare una fiaba con uno scopo diverso da quello di arricchire l'esperienza del bambino trasforma la fiaba in una storia con un monito, una favola, o un'altra esperienza didattica che tutt'al più parla alla mente conscia del bambino, mentre quello di raggiungere anche l'inconscio in modo diretto è uno dei massimi meriti di questa letteratura. [p. 151]


Concezione "darwinistica" della sopravvivenza di certe fiabe

La fiaba [...] deriva soprattutto da un contenuto comune conscio e inconscio che è stato plasmato dalla mente conscia; questa mente conscia non è quella di una particolare persona ma rappresenta il consenso di molti circa quelli che essi vedono come problemi umani  universali e quelle che accettano come soluzioni desiderabili. Se tutti questi elementi non fossero presenti in una fiaba, essa non verrebbe tramandata da una generazione all'altra. Soltanto se una fiaba rispondeva alle esigenze consce e inconsce di molte persone veniva narrata molte volte, e ascoltata con grande interesse. [p. 39]


Funzioni dei sogni e funzioni delle fiabe

Come noi ci risvegliamo ricaricati dai nostri sogni, meglio disposti ad affrontare i compiti della realtà, così la storia termina con l'eroe che torna, o è fatto ritornare, al mondo reale, molto più in grado di affrontare la vita. Recenti ricerche sul sogno hanno mostrato che una persona privata della possibilità di sognare, anche se non privata del sonno, è menomata nella sua capacità di confrontarsi con la realtà; essa comincia a manifestare turbe emotive perché non può elaborare in sogni i problemi inconsci che lo turbano. Forse un giorno potremo dimostrare lo stesso fatto sperimentalmente in rapporto alle fiabe: che i bambini si trovano molto peggio quando sono privati di quanto può essere offerto da queste storie, perché esse aiutano il bambino a elaborare nella fantasia pressioni inconsce. [p. 64]


Bruno Bettelheim, Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicanalitici delle fiabe, Feltrinelli, 1980.



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